Bianco

E questa mattina mi sono svegliata alle sette, dopo la prima notte da sola, senza piedini o manine a cercare una qualsiasi parte di me, sotto le coperte. So che accadrà sempre più spesso da qui in poi e, mentre tiro su la coperta fino alle orecchie, ringrazio silenziosamente la serie di coincidenze che mi ha portata a trovare esattamente il tipo di lavoro che avevo abbandonato anni fa, soltanto traslato di qualche centinaio di chilometri più a nord.

Fuori i vetri della finestra erano coperti da un sottilissimo strato di ghiaccio, ma i termosifoni avevano cominciato a gorgogliare ad un orario indefinito della notte, la stanza aveva sicuramente raggiunto i sedici gradi e alzarmi non avrebbe comportato traumi, a quel punto.

In bagno mi guardo allo specchio: il segno del cuscino sulla guancia destra, nonché segno di un sonno pesante, a piombo e tutto filato, dalla sera alla mattina senza interruzioni. C’è però qualcosa che non riconosco ed è come un’appannamento, un riflesso proprio sopra la fronte, alla base – dove i capelli iniziano a crescere – una sfumatura chiara, tendente al bianco, ma forse più simile ad un bagliore non pigmentato. Non sono miei questi capelli, eppure sono miei, escono dalla mia testa e cadono sulle mie spalle. Quindi è così che funziona, si cambia colore, quando ci si guarda allo specchio dopo un anno?

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