Ne avrò accumulate almeno cinquanta di queste note, tutte rinominate con lettere dell’alfabeto casuali hdskbc, brrx, o aaaaat, penso per un senso di istantanea pigrizia del pollice opponibile.
Poi non succede niente, restano lì, una volta però ne è uscita fuori una canzone che faceva Vuoto sognavo di essere vuoto, ma è finita lì.
Quello scoglio si trova a qualche metro di distanza da uno scoglio più grande che tutti chiamano Loscoglio, ora sono pure quasi sicura che si dice tutto attaccato.
Loscoglio da aprile a fine settembre è ricoperto di teli colorati esteri e locali, più sono colorati e più l’estero di provenienza è lontano. Kevin ha trovato anche un nome per quelli che vengono dall’estero e si stabilizzano in Ortigia, ma non lo sriverò qui perchè poi viene fuori un macello e la privacy e la riservatezza ciao.
Allora l’ultimo giorno che passavo a Siracusa, su quello scoglio-piattaforma morbidissimo mi è venuto un motivetto in testa. L’ho canticchiato per tutto il pomeriggio, anche mentre Kevin mi raccontava di quanto fossero buoni i cannelloni che fa sua sorella, l’ho rigirato e panato nella mente, il motivetto, fino a sentire la polifonia delle seconde voci, del coro, degli archi, insomma ad un certo punto in bici, giù per la discesa di Corso Matteotti, con tutto il vento tra i capelli mi sentivo una specie di direttore d’orchestra della sagra, che so, delle palline di pane.
e niente, non mi ricordavo più niente.