Da una mail

36. Quando stavo negli Stati Uniti e dovevo fare il bucato sapevo che ci avrei messo due ore esatte per ogni singola sessione: una per lavare e una per asciugare. A volte mi mettevo perfino a studiare la grammatica inglese sull’asciugatrice, sessanta minuti di pura concentrazione. Qui invece non si capisce bene quanto tempo ci metteranno i pantaloni e le lenzuola a lavarsi, a volte si ferma tutto, mi tocca spegnere e riavviare il programma. Questo succede quando si accetta quel che passa il convento (una volta c’era il periodo in cui stavo ristrutturando questa casa e dentro non c’era niente, nemmeno l’impianto elettrico, allora su un sito di annunci ho trovato uno che vendeva una lavatrice, stava a Roma est, molto est, e sono andata a prenderla con quello che, sempre una volta, era il direttore del giornale per il quale scrivevo. L’ho portata a casa tutta felice quella lavatrice magra magra e l’ho sistemata nell’unico spazio di sessanta centimetri che avevo tra il lavello e il muro). Usata, datata 2009, fa il suo dovere, una volta obbligata, ma di certo non mi ci posso sedere sopra a leggere.
Mia nonna che sta in Kazakistan, per esempio, ha una lavatrice piccolissima, delle dimensioni di un microonde. Ricordo che un giorno le ho chiesto se va a manovella e lei un po’ si è offesa, mi è sembrato, «se è piccola non vuol dire che non funziona senza un aiuto» ha detto e un po’ mi è dispiaciuto perché, ho pensato, che è così facile fraintendere quando si sta alle parti opposte del globo, per esempio con tutto il fattore-cultura di mezzo. Che qui se ho una nonna è grazie a Skype e se ho una sorella che cresce come le piantine nel vaso sul davanzale è grazie a FaceTime e se ho una mamma che mi chiama e piange al telefono perché è stata al centro commerciale e ha visto i bambini saltare sui gonfiabili a forma di castello e ha pensato a noi, a me e mia sorella, io non so se è grazie alle chiamate illimitate della Wind o cosa. Insomma, cos’è tutta questa sofferenza-lontananza, io non ne ho idea. Che poi a casa nemmeno ci sfioriamo le mani.
Poi niente, oggi ho fatto un calcolo e in tutta la mia vita ho usato 18 lavatrici diverse, non una di più, contando anche quelle self service. Dodici con apertura laterale, tutte le altre con quella superiore. Per certe cose inutili ho più memoria che per i miei attuali turni di lavoro.

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