Lo chiamo dopolavoro, che non è quello dove si va quando si finisce di lavorare, nel mio caso. Il dopolavoro, per come lo intendo io qui, è quello che ti fanno fare e non puoi dire di no.
Allora oggi era il mio primo giorno di dopolavoro, mi ci ha mandato l’azienda per la quale lavoro e dovevo coprire circa dieci ore.
Sono ancora qui che contino a coprirle.
Mi hanno permesso di portarmi dietro il portatile e continuare a lavorare ai progetti in sospeso, nel frattempo.
Allora sono qui, che mi guardo attorno, aspetto che entrino i clienti in questo negozietto e nel frattempo mando mail, progetto etichette, chiamo i fornitori per gli appuntamenti, giustifico la mia voce rauca e dal naso tappato con “ma sì è l’autunno, stai un attimo ad arrivare ai 38… come, anni? No, dico, gradi.”