All’inizio, cioè sette giorni fa, quando ho pensato che sarebbe stato curioso postare ogni giorno, per sette giorni, una nota di quelle del mio quaderno-appunti, appena finito, e poi ancora più curioso farlo per la prima volta, visto che di solito i quaderni vecchi non li conservo e nemmeno li rileggo. Dico, non avendo mai fatto nulla del genere e non sapendo nemmeno con che criterio avrei scelto queste note, è successo che il secondo giorno, per esempio, a riportare qui l’appunto sulla Bombagia, mi sono sentita come se avessi steso fuori dalla mia finestra (che affaccia su altre finestre) solo mutande, tipo una ventina. Di solito evito le schiere mono-indumento, e invece, stavolta guarda un po’, eccole tutte in vista. Alcune pure al rovescio.
Ora, io non so chi legge, se legge, tutte ste cose che ogni tanto decido di lasciare qui, ad ogni modo ho ricevuto una mail ieri sera, anonima, e faceva così:
ciao, non mi conosci, però io sì. E la cosa è spaventosa visto che non ti sei mai presentata. Aspetto le ultime note.
3 / 04 / 2016
(a penna nera)
Mi sono svegliata per andare a vedere come fanno certe persone ad essere belle la mattina (versione leggera)
(Poco più tardi, penso. A penna blu)
Anche domani ci riprovo, oggi non ha funzionato
26 / 04 / 2016
(a matita)
Al bar: «un cornetto alla nutella, ci sta?» e la signora alla cassa: «aspetti che lo vado a prendere a casa», fa il giro del bancone, la vedo scomparire dietro la porta accanto la mia poltrona: porta direttamente all’appartamento di sopra, vedo un mobile con il telefono, in cima alle scale.
Che bel fastidio pre-lavoro, la pancia piena di zucchero da cappuccino, i rumori delle tazzine, il tempo nella poltrona rossa dell’Emporio della Pace. A meno prezzo c’è solo la colazione a casa, sulla tovaglia a pois.
Ore 11. Sulla via che porta da Via del Governo Vecchio a Tor Millina, una mamma con due bambini, uno per mano. Lei parla in italiano, loro rispondono in francese. Poco prima di incrociarli il più grande dice qualcosa ad alta voce con quelle r arrotolate e la tipica espirazione gotturale che muove la lingua in quel certo modo, così francese. Passò accanto a loro mentre la mamma lo attira a sé, fai silensio, dice, dormono tutti ancora al centro.
20 / 06 / 2016
(a penna nera)
A lavorare con A. nella sede in via della Croce ho avuto la sensazione di esserci dentro tutta la cooperativa che mi dava lo stipendio e il frigo pieno e le sedie nuove e il cibo per gatti, spinta dalla corrente anonima che ti fa svegliare la mattina e arrivare a sera meccanicamente.
Cena a San Lorenzo. Il cameriere, dopo averci portato il caffè: «conti separati o diversi?»
Oggi è il giorno in cui mi hanno rubato lo zaino dal balcone. Peccato per Ugo Pirro e Matteo B. Bianchi che ci stavano dentro insieme all’album da disegno e l’abbonamento atac. Vabbè che il mese è quasi finito, magari serviva a qualcuno. Però Pirro e Bianchi potevano anche tirarli fuori.
Il tuo quaderno degli appunti è una specie di diario “ad appunti quotidiani”?
Sono curiosa perché a scrivere quotidianamente ciò che mi capita/sento faccio fatica, mentre “gli appunti” fanno sentire meno la pesantezza di certi giorni…
Cmq…. Fallo più spesso il gioco del pubblicarli per una settimana:-)
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