Una donna

Oggi al bistrò sotto casa eravamo in nove, ed erano tutti felici perché era mercoledì e forse anche perché non toccava a loro portare il vino, ma toccava a me (e un po’ ero felice pure io). Insomma ad un certo punto dopo il dolce, le ciliegie e la cioccolata fondente sul vassoio è uscito fuori un argomento molto genuino, genuinissimo, sui tatuaggi. E quello che di noi ne aveva di più era un ragazzo, con quasi tutte le braccia inchiostrate, ho intravisto pure una melanzana e un carciofo sull’avambraccio, tutti colorati, mica solo ad inchiostro nero. Salendo su verso il gomito però, arrotolando la manica della maglietta, ci ha mostrato il volto di una donna. Perché una donna? ha chiesto qualcuno, «volevo una pin up, poi però ho optato per una donna, perché rappresenta la femminilità » ha risposto, «e non ne trovavo una che mi piacesse, ho cercato un bel volto su internet ed è uscita Katy Perry, che mi piace molto la Perry, ma la volevo rendere unica, allora con il tatuatore poi l’abbiamo modificata per bene, tipo i capelli, vedi». E io non so, sarà stato il moscato di Terracina, che non era dolce ma secco, secchissimo, ma non ho mica capito come mai la donna sì e la pin up no. Oppure, quand’è che la pin up sì e la donna no? Ma soprattutto, una donna che rappresenta la femminilità? È come dire l’insalata che rappresenta la verdura o il mare che rappresenta l’umidità dell’acqua. Un po’ come un ossimoro, ma al contrario, un’antitesi di ossimoro, se si è capito. Perché io non so se ho capito bene.

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