La prima sensazione che ho avuto, ad entrare alla fiera Più Libri Più Liberi, è stata quella di aver messo la testa in un forno ventilato appena acceso. Quell’arietta e il caldo che inizia a diffondersi, così tipico delle fiere.
Dicevo, qualche post fa, che sembrava tutto influenzato dal germe della politica, che già considerare la politica un germe, è un po’ malsano come punto di vista.
Ho sfogliato il programma giornaliero e ho notato che da qualche parte, al secondo piano ci sarebbe stato Graziano Graziani a presentare il proprio Atlante delle Micronazioni (uscito nel 2015 per Quodlibet). Quale migliore occasione per sentire cosa aveva da dire l’autore su quello che non é un romanzo, non è narrativa, non è un saggio e nemmeno un manuale. Non è nemmeno illustrato, se per questo. È un libro, e fino a qui ci siamo. E io quel libro me lo sono divorata in treno, in bus, a letto, a tavola mentre aspettavo si raffreddassero i rigatoni.
Graziano compone in modo abile e ironico un catalogo di paesi governati da qualcuno che in un momento di goliardia, interesse politico (utopia?) e spirito d’iniziativa aveva deciso di istituire non solo le leggi di tale nuova creatura, ma ovviamente pure i suoi confini. Che poi, i confini, da quel momento in poi, sarebbero stati all’interno di uno stato ben più grande (con i propri di confini), sono cose marginali.
Così nasce questa cernita di Stati, nazioni e storie al limite dell’assurdo (e a volte nemmeno tanto al limite). Ogni tanto nel discorso si intromette un ridente Nicola Lagioia e formano proprio un bel duetto i due, il pubblico ride, si stupisce, e mi stupisco e rido pure io, nonostante abbia letto il libro più di due mesi fa.
La cosa buffa è che mentre il loro discorso sembra prendere una piega sempre più politica, tra Graziano se ne viene fuori con il fatto che «ogni studente di giurisprudenza sogna di essere tradito da ciò che sta studiando, quasi per confermare che la vera ragione stia nella propria, di tesi», colgo un tono ironico e rassegnato quasi, della serie che tutte le regole cercano la propria eccezione, che sono quasi le quattro e bisogna chiuderla qui, se volete il libro lo trovate fuori, buone cose a tutti. E quindi ecco qui, andatevi a vedere la Repubblica di Frigolandia, per esempio, che con la politica reale ha la stessa relazione che ha il mio gatto con le tigri.
Ad ogni modo è un lavoro di ricerca notevole, quello di Graziano nel “suo” Atlante delle Micronazioni. Forse uno dei rari e piacevoli casi in cui il lavoro di scrittura supera quello di promozione.
[Continua]