Oggi abbiamo continuato con le prove delle riprese. Pensavo di cavarmela in una settimana e invece sono venute fuori cose, chiamate idee, che hanno prolungato il tutto a due mesi. Non so come sia successo, ma ora mi ritrovo a cantare pure io. Tre canzoni registrate, un mini documentario e una decina di audio, ancora senza video. Non so se si capisce quel che scrivo, dico. Pure io a volte mi perdo. Comunque questa mattina ci siamo messi a cercare metodi alternativi al tripode, per sostenere il microfono in esterno. Sono poco attrezzata qui, me ne rendo conto quando mi ritrovo nel giorno delle riprese a costruire un cavalletto in rami di pino. Oppure, in mancanza di un’asta, ad appendere il microfono stesso ad una carrucola tra un albero e l’altro, sopra i musicisti. A fine giornata tiro un sospiro di sollievo, in qualche modo ce la siamo cavata benino, fino a qui.
Mi sa che é l’ultimo anno che mi isolo su un’isola. La prossima estate voglio isolarmi in un posto sociale e affollato, del tipo che per sentirmi nascosta non basterà chiudere la porta di casa. Dovrò fare esattamente il contrario di ora, che fuggo sugli scogli sotto la pineta o nei boschi sopra il paese, dovrò iniziare a socializzare probabilmente, allora si che mi sentirò sola, con tutte le idee variegate intorno.
Ad ogni modo domani alle otto starò raccogliendo uva.
Si dice vendemmiare
e solo al pensiero mi viene il buonumore, che torno tra il verde delle viti, anche solo per una mezza giornata.