Settembre /// nove di trenta

I CONTRATTEMPI più COMUNI (parte 1)

– Il caffè alle dieci di mattina che, se preso alle dieci e un quarto -invece che, appunto, alle dieci- diventa lungo fino a pranzo. Con l’aggiunta del pranzo stesso mancato.

– Il dai vediamo e tutto ciò che viene dopo. Per esempio dai vediamo se si riesce a organizzare domani. Nulla accadrà domani, nessuno si ricorderà nemmeno che c’è stato un ieri.

– I muratori in casa, gli xilofoni senza bacchette, la lavatrice in centrifuga (quando non sai quando smetterà)

– I discorsi che partono con se c’ero io al governo oppure ti vorrei vedere al mio posto.

– La raccolta dei fichi d’india senza i preparativi adeguati (guanti e sacchetti). Con lo scirocco poi, alle tre del pomeriggio, torni a casa spinoso e arrabbiato che è una meraviglia.

– I libri comprati in blocco, quattro o cinque alla volta, ogni settimana e ammucchiati sulla scrivania. E le bozze di lavoro da correggere entro ottobre accantonate nel cassetto del comodino.

– Il farro. A cena ruba tempo. Si inizia a pensarci al tramonto e si smette dopo aver finito di lavare l’ultimo piatto di almeno altre tre persone. Bello il farro, ma mi frega per la seconda volta in due giorni, e sono già le dieci di sera.

 

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