I CONTRATTEMPI più COMUNI (parte 1)
– Il caffè alle dieci di mattina che, se preso alle dieci e un quarto -invece che, appunto, alle dieci- diventa lungo fino a pranzo. Con l’aggiunta del pranzo stesso mancato.
– Il dai vediamo e tutto ciò che viene dopo. Per esempio dai vediamo se si riesce a organizzare domani. Nulla accadrà domani, nessuno si ricorderà nemmeno che c’è stato un ieri.
– I muratori in casa, gli xilofoni senza bacchette, la lavatrice in centrifuga (quando non sai quando smetterà)
– I discorsi che partono con se c’ero io al governo oppure ti vorrei vedere al mio posto.
– La raccolta dei fichi d’india senza i preparativi adeguati (guanti e sacchetti). Con lo scirocco poi, alle tre del pomeriggio, torni a casa spinoso e arrabbiato che è una meraviglia.
– I libri comprati in blocco, quattro o cinque alla volta, ogni settimana e ammucchiati sulla scrivania. E le bozze di lavoro da correggere entro ottobre accantonate nel cassetto del comodino.
– Il farro. A cena ruba tempo. Si inizia a pensarci al tramonto e si smette dopo aver finito di lavare l’ultimo piatto di almeno altre tre persone. Bello il farro, ma mi frega per la seconda volta in due giorni, e sono già le dieci di sera.