Settembre /// due di trenta

Abbiamo raccolto i fichi d’india dalle piante di fico d’india, ma non è mia intenzione dedicarci un intero articolo un po’ per il dolore che ho alle mani piene di spine e un po’ per non scadere nel banale. No vabbè, anche un po’ per orgoglio [più di un chilo di bottino].

L’idea iniziale era quella di riempire le otto ore di pausa tra l’una e le nove prima di tornare a lavoro. Così, prima di tutto e di tutti, mi sono lasciata convincere per un’altra fetta di torta, ovviamente dopo della solita nuotata chilometrica lungo la costa. C’era più sale nell’acqua o io ero più abbronzata del solito, il mare mi ha resa bianca-bianchissima e mentre sfrecciavo pedalando verso casa il benzinaio ha urlato deh, boia, ma ti sei rotolata nella malta? ed io mi sono girata di scatto che quasi finivo nell’acqua del porto.
La sera poi, quando ormai le mie otto ore si sono esaurite tra mare e pseudo-cactus, ho dato il cambio alla mia collega tornando in libreria.
La cosa strana è che Settembre è iniziato al rallentatore. Per esempio la colazione di questa mattina mi sembra quella di un mese fa e la cena a base di pesce terminata da mezz’ora dietro il bancone è già un ricordo lontanissimo, tipo di ieri o l’altro ieri. Dev’essere accaduto qualcosa tra il 31 e il primo o forse è perché ci faccio caso io, ma se continua così questo mese avrà la mole di tre settembri (sic). O quattro.

 

Foto: http://www.galleriaopus.it/works-walter-xausa/wx035-fichi-dindia-in-spiaggia-50×50-acrilico-su-tela-anno-2010/

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